Donna con décolleté femminile in mostra

Mastoplastica additiva

A cura del Dott. Antonio Capraro

La mastoplastica additiva o aumento del seno con protesi, è l'intervento di chirurgia estetica utilizzato per migliorare il volume, la forma e la simmetria del seno, mediante l'inserimento di protesi mammarie.

L'intervento di mastoplastica additiva, è indicato nei seguenti casi:

  • Ipotrofia mammaria, ovvero scarso o mancato sviluppo della ghiandola mammaria.
  • Perdita di volume o della tonicità del seno, a seguito di gravidanze, allattamento o dimagrimenti.
  • Ptosi mammaria, ovvero seno cadente e suo spostamento verso il basso, che può derivare da fattori genetici, invecchiamento o dimagrimenti (in questo caso si valuta anche l'associazione di un intervento di mastopessi (o lifting del seno).
  • Seno tuberoso o asimmetria mammaria evidente.

Caso 1 - Mastoplastica additiva

Caso 1 - Mastoplastica additiva - Frontale

Caso 1 - Mastoplastica additiva - Lato destro

Caso 1 - Mastoplastica additiva - Lato sinistro

Caso 2 - Mastoplastica additiva

Caso 2 - Mastoplastica additiva - Frontale

Caso 3 - Mastoplastica additiva

Caso 3 - Mastoplastica additiva - Lato sinistro

VISITE PRE-OPERATORIE NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA

Le visite pre-operatorie per eseguire l'aumento del seno, sono fondamentali per lo studio e la pianificazione dell'intervento chirurgico di mastoplastica additiva.

Il primo incontro consiste principalmente in un confronto, durante il quale il chirurgo ha modo di ascoltare i desideri e le aspettative della paziente riguardo forma, volume e dimensione del seno e chiarirle qualsiasi dubbio. In seguito ad un'attenta visita, viene valutata la possibilità di ottenere il risultato richiesto dalla paziente, il tipo di protesi e la tecnica chirurgica più adatte per raggiungerlo. L'esperienza del chirurgo è fondamentale per la scelta delle protesi mammarie (forma e grandezza) e del posizionamento. La posizione delle protesi al seno viene definita dal chirurgo in base alle caratteristiche di ciascuna paziente: elasticità della cute, qualità dei tessuti di copertura, proporzioni tra spalle e fianchi.

Il chirurgo provvede alla prescrizione degli esami pre-operatori di routine e, a seconda dei casi, di una ecografia mammaria o una mammografia per escludere patologie pre-esistenti.

LE PROTESI PER LA MASTOPLASTICA ADDITIVA

Le protesi per l'aumento del seno sono formate da un involucro di silicone che contiene gel coesivo di silicone o altre sostanze e sono identificabili da un tagliando di riconoscimento che viene consegnato alla paziente subito dopo l'intervento di mastoplastica.

  • Le protesi in gel coesivo di silicone sono le più utilizzate e vantano un'esperienza clinica tale da permettere una maggiore conoscenza dei risultati a distanza, sia in termini di immagine estetica, che di eventuali complicanze.

Il gel coesivo di silicone è un materiale morbido e uniforme, con tre possibili gradi di coesività (morbido, leggermente denso, molto denso), che agisce come una sostanza solida permettendo di evitare che, in caso di rottura accidentale delle protesi, avvenga la migrazione e la dispersione contenuto all'interno della regione mammaria.

Importanti studi sulle protesi al seno realizzate in gel coesivo di silicone, hanno dimostrato la non correlazione tra le protesi mammarie e la formazione o sviluppo di tumori mammari o malattie autoimmunitarie.

  • Le protesi contenenti soluzione fisiologica, sebbene funzionali, sono oggi meno usate per l'aumento del seno. La loro caratteristica è di essere dotate di un tubicino di riempimento rimovibile che permette al chirurgo di modificare, nei sei mesi successivi all'intervento, la dimensione del seno della paziente attraverso il riempimento o lo svuotamento della quantità di soluzione fisiologica contenuta all'interno della protesi mammaria. Gli svantaggi di questa tipologia di protesi mammarie, sono la consistenza meno naturale rispetto a quella delle protesi in gel coesivo di silicone e la tendenza alla perdita di liquido, con conseguente progressiva perdita di volume del seno.

  • Le protesi mammarie contenenti idrogel (acqua e una catena di zuccheri) sono meno utilizzate poiché, nel tempo, determinano una variazione del volume del seno.

Le protesi mammarie per la mastoplastica additiva, si differenziano per la formache può essere:

  • Rotonda: misura uguale per altezza e larghezza. La protesi rotonda aumenta il volume del seno in modo omogeneo.

  • Anatomica o "a goccia": volume concentrato nel polo inferiore. La protesi a goccia è indicata nei casi di seno cadente o "svuotato".
protesi mammarie per la mastoplastica additiva

Protesi mammarie per la mastoplastica additiva

La proiezione delle protesi anatomiche e delle protesi rotonde, è detta "profilo" e per tale motivo, le protesi mammarie possono essere a:

  • basso profilo
  • medio profilo
  • alto profilo
  • extra proiezione

Dalla dimensione del profilo della protesi, dipenderà la sporgenza più o meno accentuata del seno.

Esternamente le protesi mammarie possono avere diverse superfici:

  • Lisce, con un involucro leggermente più morbido e poco percepibile al tatto.

  • Testurizzate, di struttura esterna leggermente ruvida al tatto, più rigide ma meno predisposte al rigetto da parte dell'organismo (si veda possibili complicanze nella mastoplastica additiva: contrattura capsulare).

LE INCISIONI

Tre possibili zone di incisione per l'inserimento delle protesi per l'aumento del seno

Tre possibili zone di incisione per l'inserimento delle protesi per l'aumento del seno

L'inserimento delle protesi per l'aumento del seno, avviene eseguendo una sottile incisione in tre possibili zone:

  • Solco sotto-mammario, ovvero nella parte inferiore del seno: quella che incide direttamente sul petto, in prossimità della piega sotto mammaria.

  • Incisione ascellare, una tecnica tra le più problematiche, che comporta il rischio di danneggiamento temporaneo o permanente delle strutture anatomiche interessate, oltre ad un maggior rischio di rottura della protesi in sede di intervento di aumento del seno.

  • Incisione peri-areolare, zona delicata, ma che permette di contenere il decorso cicatriziale e, più in generale, di operare in assoluta sicurezza grazie ad un accesso diretto al di sotto del complesso ghiandolare.

POSIZIONAMENTO DELLE PROTESI NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA

La tecnica chirurgica per il posizionamento delle protesi nella sede mammaria viene stabilita in sede di colloquio pre-operatorio.

L'aumento del seno può essere eseguito posizionando le protesi in 3 modi :

  • Retro ghiandolare: le protesi vengono posizionate sotto la ghiandola mammaria.

Tecnica chirurgica utilizzata nel caso in cui la pelle e la ghiandola risultino di uno spessore adeguato alla copertura della protesi mammaria.

La ripresa post-operatoria è rapida ma comporta una maggiore visibilità e palpabilità della protesi, oltre ad un maggiore rischio di caduta del seno.

  • Sotto muscolare: le protesi vengono posizionate al di sotto del muscolo pettorale.

Tecnica chirurgica utilizzata nel caso di ridotta quantità di ghiandola mammaria e tessuto adiposo (tessuto di copertura della protesi); in questo tipo di posizionamento, è il muscolo pettorale a garantire una protezione maggiore della protesi riducendone la visibilità ed il rischio di contratture capsulari e facilitando i futuri esami mammografici.

Unico svantaggio di questa tecnica di posizionamento della protesi mammaria, è l'aumento della durata dell'intervento chirurgico e della ripresa post-operatoria .

  • Dual plane: la parte superiore delle protesi viene posizionata sotto il muscolo grande pettorale e la parte inferiore sotto la ghiandola mammaria.

Tecnica personalmente sconsigliata dal Dott. Capraro per via della inevitabile caduta del seno, dovuta all'assenza del sostegno muscolare ed alla impossibilità dei soli tessuti cutanei e ghiandolare, a sostenere nel tempo il peso delle protesi.

INDICAZIONI PRE-OPERATORIE NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA

Il chirurgo va preventivamente avvertito qualora si assumano farmaci, con particolare attenzione ai cortisonici, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, tranquillanti, eccitanti, antibiotici, sonniferi, anti ipertensivi, cardioattivi. È importante, inoltre, segnalare l'insorgenza di raffreddore, mal di gola, tosse, malattie della pelle.

Un mese prima dell'intervento di mastoplastica additiva, è necessario sospendere:

  • L'assunzione di farmaci contenenti acido acetilsalicilico (es.: Aspirina, Alka Seltzer, Vivin C, Cemerit, Bufferin etc.), antinfiammatori, Omega3, Ginko Biloba e Vitamina E, poiché aumentano il rischio sanguinamento.

  • Terapie con contraccettivi orali e ormoni estrogeni (anch'essi provocano un maggiore rischio di sanguinamento).

  • Il fumo (l'incidenza di complicazioni aumenta notevolmente nei soggetti fumatori poiché la nicotina agisce da vasocostrittore periferico, rendendo meno agevole il processo di guarigione e cicatrizzazione).

La paziente deve sottoporsi ad esami di laboratorio, un ECG con visita cardiologica, una radiografia toracica, una ecografia mammaria o mammografia ed eventuali ulteriori accertamenti che il chirurgo dovesse ritenere necessari.

Il chirurgo indicherà il tipo di reggiseno contenitivo che la paziente dovrà procurarsi per affrontare il decorso post operatorio: si consiglia un modello elastico con chiusura anteriore e banda compressiva, necessaria per garantire il corretto posizionamento delle protesi nel caso di intervento di mastoplastica additiva sottomuscolare.

reggiseno-mastoplastica-additiva

Reggiseno mastoplastica additiva modello B/ISB

Alla vigilia dell'intervento di aumento del seno, bisogna praticare un accurato bagno di pulizia completo, rimuovere lo smalto dalle unghie delle mani e dei piedi e depilare le ascelle.

Dalla mezzanotte precedente il giorno dell'intervento, non si dovranno assumere cibi o bevande.

L’INTERVENTO DI MASTOPLASTICA ADDITIVA

L'intervento per l'aumento del seno dura mediamente una/due ore in anestesia generale, con una notte di ricovero per garantire alla paziente la massima sicurezza.

Una volta effettuate le analisi richieste, può risultare opportuno stabilire un preventivo incontro con l'anestesista, in modo da valutare la migliore anestesia da utilizzare per garantire la sicurezza della paziente.

Le fasi dell'intervento chirurgico di mastoplastica additiva:

  1. La paziente viene sottoposta ad anestesia generale.
  2. Il chirurgo traccia il disegno pre-operatorio sul seno.
  3. Il chirurgo inizia l'incisione della zona scelta (si veda Le incisioni nella mastoplastica additiva) e prepara la tasca che conterrà le protesi (si veda Posizionamento delle protesi nella mastoplastica additiva).
  4. Il chirurgo posiziona le protesi e si accerta della simmetria dei seni.
  5. Il chirurgo valuta la necessità di inserimento dei drenaggi aspirativi (limitandone l'uso ai casi di eccessivo sanguinamento, per ridurre il rischio di facilitare attraverso di essi, una via di accesso per i batteri, causa di infezioni).
  6. Il chirurgo procede alla sutura dei tessuti incisi.

Il dott. Capraro, salvo casi particolari, per l'intervento di mastoplastica additiva, utilizza solo fili di sutura riassorbibili che non sarà necessario rimuovere successivamente.

Al termine dell'intervento di aumento del seno, viene eseguito un bendaggio speciale, per evitare il dislocamento delle protesi mammarie, successivamente sostituito dal reggiseno contenitivo scelto insieme al chirurgo.

DECORSO POST-OPERATORIO NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA

Alla dimissione è necessario farsi accompagnare a casa in automobile.

Seguire attentamente la terapia antibiotica e antidolorifica prescritta dal chirurgo e, specialmente nei primi giorni, cercare di non utilizzare i muscoli pettorali (ad es. non forzare sulle braccia per alzarsi dal letto).

Per almeno un mese non fumare, per evitare complicazioni.

È consentita una cauta ripresa dell'attività sessuale non prima di 15 giorni.

Non guidare l'automobile per almeno due settimane.

Evitare di compiere ampi movimenti con le braccia per almeno quattro settimane.

Si possono riprendere le attività sportive e sollevare pesi dopo circa due mesi.

Per almeno due mesi evitare l'esposizione diretta al sole o al calore intenso (ad es. sauna, lampada UVA, fornelli da cucina,). Si consiglia inoltre di dormire in posizione supina (a pancia in su).

È possibile praticare una doccia di pulizia solo dopo 4 giorni.

Dopo circa 3 giorni viene rimosso il bendaggio e i pazienti dovranno portare il reggiseno elastico per 8 settimane giorno e notte.

POSSIBILI COMPLICANZE DELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA

CONTRATTURA CAPSULARE: Le protesi mammarie di qualsiasi tipologia sono avvolte da un involucro di silicone, materiale bio-compatibile, che determina nell'organismo una reazione da corpo estraneo che porta alla formazione di una pellicola fibrosa attorno alle protesi, garantendone l'isolamento dal resto dell'organismo e la stabilizzazione della posizione corretta. In alcuni casi l'organismo reagisce con eccessiva reattività, formando una capsula periprotesica spessa e rigida, che provoca dolore e deformazione degli impianti mammari, fenomeno definito "contrattura capsulare". Si tratta della complicanza più frequente nella storia dell'intervento di aumento del seno, ma attualmente si verifica con una bassa percentuale nel caso di utilizzo di protesi con superficie testurizzata (5%) e diminuisce ulteriormente nel caso di posizionamento sottomuscolare della protesi (1-2%).

Il chirurgo valuta il grado di contrattura della capsula, in base ad una classificazione universale, detta Classificazione di Baker, che suddivide le contratture in 4 gradi:

  • I grado: assenza di contrattura, capsula non palpabile né visibile, mammella soffice come se non fosse stata sottoposta ad intervento.
  • II grado: il seno protesizzato è leggermente meno soffice di uno "normale", ma non si avvertono dolore o particolari fastidi.
  • III grado: moderato aumento di consistenza alla palpazione con visibile distorsione del profilo mammario.
  • IV grado: importante aumento di consistenza alla palpazione con visibile e accentuata distorsione del profilo mammario; la mammella è dura, dolente e fredda.

Qualora l'ispessimento della capsula risulti di grado marcato, può essere opportuno eseguire una capsulectomia, intervento chirurgico correttivo basato sull'incisione o asportazione della suddetta capsula, abbinata alla sostituzione delle protesi.

ROTTURA DELLA PROTESI: Le protesi mammarie vanno incontro ad una progressiva usura e la loro durata (15, 20 o più anni) dipende da molteplici fattori: la qualità delle protesi utilizzate, la tecnica chirurgica, il tipo di incisione, la sede del posizionamento, le caratteristiche del tessuto mammario e lo stile di vita della paziente, ovvero la potenzialità a subire traumi, l'intensità dell'esposizione al sole e la disponibilità a seguire le prescrizioni mediche per il corretto decorso post operatorio.

ALTRE COMPLICAZIONI NELLA MASTOPLASTICA ADDITIVA

  • Ematoma: raccolta ematica e sierosa che può insorgere nelle prime 24 ore dall'intervento di aumento del seno, la cui incidenza è di circa il 3%; la mammella si presenta con ecchimosi, gonfiore, fissa e dura alla palpazione. La paziente riferisce molto dolore. Il trattamento consiste nel drenaggio del sangue accumulato, un'accurata emostasi e riposizionamento della protesi.

  • Emorragia: evento raro di sanguinamento in atto, dovuto alla rottura di un vaso sanguigno, che può verificarsi durante o dopo l'intervento di mastoplastica additiva. É risolvibile chirurgicamente con l'estrazione del sangue accumulato, un'accurata emostasi ed eventualmente una trasfusione di sangue.

  • Infezione: generalmente controllabile con antibiotici, in casi estremi porta all'asportazione temporanea dell'impianto protesico.

  • Gravidanza e allattamento: nell'intervento di aumento del seno con incisione periareorale, è possibile la compromissione dell'integrità dei dotti galattofori che collegano la ghiandola mammaria al capezzolo, con conseguente impedimento dell'allattamento. Tale complicanza è rara.

  • Spostamento delle protesi: si possono verificare in seguito allo sviluppo di ematomi, a un'inadeguata dissezione della tasca mammaria, a contrazioni dei muscoli pettorali (nel caso di posizionamento sottomuscolare) o alla rotazione delle protesi (nell'utilizzo della protesi anatomica); in questi casi, la paziente deve essere sottoposta ad un altro intervento chirurgico per riposizionare la protesi.

  • Cicatrici ipertrofiche o cheloidi: nell'intervento di mastoplastica additiva le cicatrici possono variare molto in base al caso specifico: qualità del tessuto, abitudini comportamentali della paziente, tipo di decorso post operatorio etc. Nel caso di grandi edemi post chirurgici (rigonfiamento eccessivo del seno) le cicatrici possono subire un allargamento detto diastasi.

In questo caso è necessario eseguire in anestesia locale, un intervento di plastica della cicatrice per correggere la diastasi.

Le cicatrici possono anche risultare arrossate o in rilievo (cicatrici ipertrofiche o cheloidi), per via dell'eccessiva produzione di collagene; l'indicazione è il trattamento con specifiche pomate o con iniezioni di cortisone.

  • Cicatrici inestetiche: possono essere corrette con la tecnica della dermopigmentazione (tatuaggio).

  • Cicatrizzazione ritardata: in alcune zone della cute mammaria e del complesso areola-capezzolo esiste la possibilità di apertura delle ferite e conseguente tardiva cicatrizzazione.

  • Asimmetria: un certo grado di asimmetria mammaria è presente in forma naturale nella maggior parte delle donne e può non essere risolta con l'intervento di mastoplastica additiva.

  • Wrinkling: percezione tattile e visiva della protesi sulla superficie delle mammelle con formazione di grinze che si verifica nei soggetti particolarmente magri; tale problema si può evitare posizionando le protesi sotto il muscolo pettorale (si veda Posizionamento delle protesi nella mastoplastica additiva).

  • Ipersensibilità o perdita di sensibilità dei capezzoli: le incisioni periareolari eseguite per l'inserimento di protesi per l'aumento del seno, possono provocare un danneggiamento (temporaneo o permanente) delle terminazioni nervose sottostanti il tessuto mammario e i capezzoli.

  • Fuoriuscita delle protesi: si verifica se l'incisione eseguita per inserire la protesi viene suturata con molta pressione o in maniera non adeguata, in caso di infezione o di grande ematoma.

  • Calcificazione: nei tessuti che circondano le protesi possono formarsi depositi di calcio che ne aumentano la consistenza e provocano dolore. Tali depositi sono visibili alla mammografia.

  • Embolia polmonare: una complicazione molto rara, che può portare anche alla morte della paziente.
Dottor Antonio Capraro

L'articolo è stato scritto a scopo divulgativo a cura del dottor Antonio Capraro e del suo staff di medicina e chirurgia estetica.

Il Dottor Capraro Antonio ha lunga esperienza in interventi di chirurgia plastica ed estetica. Iscrizione All'albo Dei Medici Chirurghi n°2722 della provincia di Latina

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Dottor Antonio Capraro

L'articolo è stato scritto a scopo divulgativo a cura del dr Antonio Capraro e del suo staff di medicina e chirurgia estetica.

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